Richiama tutta la nostra attenzione.
Possiamo vedere, considerare, percepire il dolore come la peggior tirannia, la peggiore sconfitta o punizione, oppure possiamo scegliere di accoglierlo per quello che esso è realmente:
un insegnante d’oro.
Il dolore è dolore e non è necessario che questo insegnante resti con noi per sempre, anzi, vero è l’opposto:
il dolore è presente per indicarci che questa non è una punizione ma una “via attraverso” per recuperare intatta la nostra verità, la nostra integrità e autenticità.
Quando lo facciamo, il dolore ci lascia. Ci abbandona.
Il più bell’abbandono mai desiderato!
Vulnerabilità?
E’ doloroso rendersi vulnerabili a qualcuno che inaspettatamente e involontariamente tradisce la nostra fiducia, ma è tremendamente liberatorio renderci conto che questa ferita in realtà vuole renderci finalmente libere, sane e indipendenti.
Questa ferita, questa fessura ci sta facendo vedere quello che non vogliamo vedere, di noi stessi, intendo, e/o di una situazione in relazione alla nostra verità più intima.
Spesso è la nostra stessa chiusura alla vulnerabilità che crea quel dolore, il dolore attraverso il quale ci liberiamo da questa ingessatura.
La verità qualche volta non è così confortevole come vorremmo.
Ma è più doloroso, se ci pensi bene, vivere una vita inzuppata nella menzogna.
Suonare la zampogna della falsità crea tante piccole crepe nel nostro cuore da cui fuoriesce la nostra forza vitale, stilla dopo stilla, ora dopo ora.
Ogni persona è un maestro e così è il dolore: oro.
Conosci l’arte denominata Kintsugi?
Si tratta di un modo di riparare oggetti in ceramica.
In genere qui in Occidente siamo abituati al detto:
quando una cosa è rotta, è rotta, è finita;
e ci arrabbiamo se un prezioso vaso in ceramica va in mille pezzi.
Ma la vita è fatta sia di momenti di unità che di momenti di frammentazione. E’ naïve pensare che le cose, per andare bene, debbano essere sempre “perfette” (uh-oh il perfezionismo again!).
Noi esseri umani tendiamo a nascondere la polvere sotto il tappeto.
Ma come scrissi anni fa in questo post, si tratta di una polvere d’oro.
La stessa usata in quest’ arte orientale: il Kintsugi.
Di cosa sto parlando?
Sotterriamo quelli che consideriamo fallimenti, le nostre ferite perché c’ è una convinzione imperante limitante in giro per cui se mostri le tue ferite, non sopravviverai.
Questa è una di quelle credenze che creano caos nel corpo, stress e dolore e che mantengono uno stato di non guarigione fisiologica.
Il punto per recuperare la salute e creare la vita che vuoi: recuperare una nuova integrità, quell’integrità o stato healthy, sano, integro, intatto che è il cuore del mio mind-body coaching.
Ebbene, la filosofia e l’arte del Kintsugi consiste nel riparare gli oggetti preziosi con polvere d’ oro (o d’ argento). Tra le fessure di questi splendidi pezzi l’ oro brilla e dona loro un aspetto unico e ancora più prezioso dell’ oggetto originale, e sopratutto unico.
Questo ci insegna molte cose: prima di tutto, mi fa pensare che la perfezione è inesistente, anzi, semmai la perfezione è proprio nell’unire con l’oro i frammenti, anche quelli di una vita, o se vuoi, dell’anima.
Kintsugi significa letteralmente “unire di/con l’ oro”.
Questo si applica anche al dolore fisico.
Ciò che nasce da questa attenzione e cura è straordinario.
Ciò che era rotto diventa ancora più forte e prezioso.
Non avrebbe mai raggiunto così tanta forza e valore senza quelle ferite e spaccature. Non lo renderebbe un oggetto così straordinario e unico.
E puoi persino tenere il tuo "Diario Kintsugi".
Sii creativa: usalo proprio per tenere traccia di questi momento d'oro.
I punti di rottura.
I ponti verso la trasformazione e la tua unicità.
Tra quelle fessure brilla l'oro della tua Essenza Unica...
Ed è proprio così che vuoi sentirti:
più forte, unica e speciale, e non come un coccio rotto!
Vuoi sentirti piena di energia, di luce:
proprio perché sei sopravvissuta e hai vinto.
Perché anche tu puoi vincere, proprio come ho vinto io.
Non sei affatto rotta.
Non lo sei mai stata.
Ciò ti dà speranza e per “speranza” non intendo chissà quale vaga #psicorotoloballa - bensì quella specifica sensazione fisica nel corpo che è il punto di partenza per innescare la guarigione fisica
- ed è questo che vorrai ricordarti nei momenti bui e difficili:
unire con l’ oro.
Kintsugi.
Senti che è tempo per te di unire con l’oro e creare la tua vera guarigione? Prenota il tuo Consulto Strategico Gratuito 'dal dolore al Ben-Essere' e inizia a creare davvero la vita che vuoi!
Se non ora, quando?
Un abbraccio, Elena
Possiamo vedere, considerare, percepire il dolore come la peggior tirannia, la peggiore sconfitta o punizione, oppure possiamo scegliere di accoglierlo per quello che esso è realmente:
il dolore è presente per indicarci che questa non è una punizione ma una “via attraverso” per recuperare intatta la nostra verità, la nostra integrità e autenticità.
Quando lo facciamo, il dolore ci lascia. Ci abbandona.
Il più bell’abbandono mai desiderato!
Ma è più doloroso, se ci pensi bene, vivere una vita inzuppata nella menzogna.
In genere qui in Occidente siamo abituati al detto:
quando una cosa è rotta, è rotta, è finita;
e ci arrabbiamo se un prezioso vaso in ceramica va in mille pezzi.
Ma come scrissi anni fa in questo post, si tratta di una polvere d’oro.
La stessa usata in quest’ arte orientale: il Kintsugi.
Ciò che era rotto diventa ancora più forte e prezioso.
Non avrebbe mai raggiunto così tanta forza e valore senza quelle ferite e spaccature. Non lo renderebbe un oggetto così straordinario e unico.
E puoi persino tenere il tuo "Diario Kintsugi".
Sii creativa: usalo proprio per tenere traccia di questi momento d'oro.
I punti di rottura.
I ponti verso la trasformazione e la tua unicità.
Tra quelle fessure brilla l'oro della tua Essenza Unica...
Ed è proprio così che vuoi sentirti:
più forte, unica e speciale, e non come un coccio rotto!proprio perché sei sopravvissuta e hai vinto.
Non lo sei mai stata.
Ciò ti dà speranza e per “speranza” non intendo chissà quale vaga #psicorotoloballa - bensì quella specifica sensazione fisica nel corpo che è il punto di partenza per innescare la guarigione fisica
Scritto & Postato il 23 febbraio 2017 da Elena Tione
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